ballo
Mi
guardavano, mi scrutavano. Mi sentivo penetrato dai loro occhi, completamente
alla loro mercede. Si muovevano attorno a me, sentivo il calore dei loro corpi
nudi quando si avvicinavano al mio. Un ballo che facevano, io il solo
spettatore. Mi coprirono gli occhi. La paura mi assalì, ma il buio mi acuì
istantaneamente gli altri sensi. E sulla mia pelle sentii, calore, freschezza,
sensazioni di seta e di capelli, ricci, spesso ispidi. Profumi che mi
meraviglia di avvertire così intensi solo ora. Le loro risatine, i loro
sospiri. Giocavano con me. In eterno bilico fra l'essere protagonista, elemento
centrale delle loro attenzioni, prigioniero.
Sentivo
la mia erezione totale. Strana sensazione il sentirla senza vederla, senza
toccarla. E questo enfatizzava i loro tocchi, i loro sfioramenti. E a ogni
passaggio delicato un seguito di sorrisini, sommessi, un vociare leggerissimo e
per me inafferrabile che mi faceva sentire lontano dal loro mondo, solo in
quella situazione, ero quindi loro prigioniero, non unico spettatore, non
padrone ma posseduto.
Che
follia quella di essere il padrone, il centro del mondo del loro mondo. Così
immobilizzato. Potevano farmi di tutto. I loro sospiri, le loro risatine, le
parole in una lingua sconosciuta divennero sempre più forti. Non capivo quello
che mi stava accadendo, mi sentivo sollevato, ma come potevano farlo senza che
io mi sentissi toccato? E le loro frasi, sempre più ritmate, sempre più forti
raggiunsero un’acme e io persi i sensi. Mi risvegliai felice. Mi risvegliai
sempre nel buio della benda. Ma alla felicità, che era uno stato interno, venni
pervaso da un'infinità di altre sensazioni, di altre sensazioni e altre
consapevolezza. Continuavano le loro risatine, ma capivo che era parte di una
comunicazione emotiva fortissima, che mi trasmetteva la felicità che provai al
risveglio. Le frasi, sempre ritmate, ora le capivo. Era un loro scambio di
formule rituali. Ma la comunicazione era totalmente diversa. Slegata dalla
sequenza temporale che le parole hanno, era un trasmettere istantaneamente
idee, immagini, parole profumi. Senza la sequenza temporale. Come nei sogni,
dove il succedersi del tempo viene introdotto dall'io razionale per ricordare e
per capire.
E
quello che mi arrivava era di ciascuna di loro, un flusso di calore misto a
felicità di essere parte di un immenso mondo di gioia e calore. Ma come potevo
esserne ora parte, come potevo in quel momento e poco prima no? Poco prima
quanto? Cosa era successo? Da quanto tempo ero in loro balia?
E
mentre si avvicinava per levarmi la benda, sentii quello che le sue mani
sentivano, vedevo quello che vedeva lei. Una di loro che mi si avvicinava per
liberarmi. E mi resi conto che di fatto già vedevo dai loro occhi nonostante i
miei fossero coperti.
E
non mi accorsi che in quel turbinio di nuove emozioni non sentivo più la
turgidità maschile, non avevo più la sensazione di durezza. E tramite quello
che vedevano loro mi vidi. In una sorta di comunione delle menti ero come loro
e una vita nuova iniziava, Seni delicati e puntuti, fianchi generosi. Pelle
delicata, compariva dove prima avevo sgradevoli peli e fra le mie gambe, un
delicato groviglio nascondeva un'assenza. E la comunione mi rendeva forte. Mi
meravigliavo del non sentire certe esigenze.
"sei
come noi. Ora hai le nostre emozioni, le nostre certezze, le nostre visioni. Tu
senti quello che sentiamo noi, e noi quello che senti tu. Le tue curiosità, le
tue voglie sono le nostre e presto saranno saziate."
Erano
felici della mia curiosità. La mia mente non aveva più mistero per loro, ma la
loro, ne aveva per me. Oppure c'era il modo per mantenere i segreti.
"Sì,
c'è modo, lo imparerai".
La
sensazione era che fossi finalmente libera da vincoli, libera da costrizioni da
esigenze morali, sociali e fisiche. Libera da quella insulsa erezione che mi
costringeva a dimostrare sempre di essere qualcosa che alla fine non ero.
E
mentre apprezzavo questa situazione sentivo le loro voci che si condensavano in
un'unica frase "è la nostra libertà, viviamo libere da queste costrizioni
e ora lo sei pure tu".
Subito
però mi arrivò un pensiero che fece ridere tutte. "Ma il piacere
sessuale?" Mi vergognavo di averlo provato, lo vedevo così maschile, così
gretto.
Sempre
tutte insieme "Lo viviamo, certo, ed è mille volte più intenso e, nella
concezione temporale che avevi, dura tempi lunghissimi".
"in
che senso la concezione temporale?"
"Il
tempo è una dimensione che capirai non sarà più necessaria, sì, come nei
sogni".
E
tutto cominciò. Bastò che una di loro mi toccasse leggermente la spalla. Ma era
come se già vivessi un orgasmo estasiante, al quale altre mani contribuirono.
Chi mi toccava il mento, chi il viso, chi passava la mano fra i capelli, chi mi
toccava i capezzoli turgidi, ci mi scivolava delicatamente fra le gambe.
Lasciai loro fare tutto, ero in loro comunione, parte di una mente unica, non
provavo qualcosa di esclusivo e il piacere che sembrava essere sempre esistito,
dura ancora.

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