Cara chi viene?
"Cara chi viene?"
"Viene Giacomo" Mia moglie, da un po' di anni. "Dai, struccati e vestiti da vero maschio"
"Lo ricordo, non temere"
A Giacomo non piacciono le trav. Mi vuole sempre molto maschio.
Mi levo accuratamente il rossetto, il fondotinta. Purtroppo la barba non posso farmela crescere, ma quando ricevo solo lui, alle volte, me la lascio crescere.
"Uffa, però non mi va di levarmi anche questo" Mi riferisco al body contenitivo, alle protesi per il seno. Lei mi vede mi dà un bacio.
"Dai, che quando va via ho preso un regalo per te".
E così sono vestito da maschio. Pantaloni, camicia, maglione. Scarpe nere lucide. Pettinato accuratamente. Un po' da impiegato, sottoposto. Se avessi la cravatta potrei passare per cassiere di banca.
"Sai, non sei per niente male" Mi fa i complimenti, mentre aspettiamo Giacomo.
Ci baciamo. Sento che mi cerca le natiche, che me le palpa. E vorrei avere un piccolo anticipo da lei.
Suonano al citofono.
"Ricordati, sei un maschio"
A Giacomo piace scoparsi i maschi. La sua fantasia è sottomettere un maschio e sodomizzarlo. Quindi non devo essere femminile, sarebbe troppo facile e non corrisponde alla sua fantasia.
Ed eccolo che arriva. Ruvidamente saluta me e bacia mia moglie. Mia moglie trasforma il bacio di saluto in un rapporto intimo e lussurioso. Si scambiano le lingue. Lo abbraccia avidamente. Accidenti, è proprio brava. Lui mi guarda "me la voglio scopare tua moglie, perché sei una nullità come maschio, come uomo, come impiegato." poi gli piace urlare "NON VALI NULLA".
Io chino la testa, rimanendo in piedi, rigido.
"Dai, baciami, fammi sentire donna" mia moglie lo vuole sedurre, ma lui è sempre rivolto a me.
"Ti piace che ti scopo tua moglie?" io gli rispondo di no con la testa, abbiamo scoperto con il tempo che fa parte della pantomima. "Allora cosa saresti disposto a fare, per me? Che se no, te la scopo"
"Ti prego lasciala stare, prendi me".
"Bravo, sei proprio uno smidollato, un maschio inutile. Prima scopo te poi quella troia di tua moglie"
Gli mostro le lacrime, che quella situazione mi sta avvilendo, mortificando. Mi levo le scarpe, calo i calzoni. Lui si sta eccitando visibilmente.
"Dai, leva tutto."
Mi levo anche le mutande e mi metto sul letto.
Ha il cazzo di dimensioni normali, non è certo un superdotato. Lo ricevo senza problemi, in ogni caso mia moglie ha pensato a lubrificarlo e l'immancabile preservativo.
"Ti piace prenderlo da me, sei una nullità"
"Ti prego smetti, mi fai male". Anche questo è parte della recita. Lo sento che diventa più energico. Gli piace farmi male.
"Puttana, ti apro come una cozza, dì che ti piace!"
"No, ti prego, smetti!"
E' arrapato al massimo e trema tutto. Continuo nella recita: "Ti prego, fa piano mi fai male".
"Sei una troia e ti voglio ingravidare, PUTTANA!"
"Ma io sono maschio, non puoi", piagnucolo
"Ti faccio castrare e ti prendo come puttana fissa, solo per me"
"Perché mi fai questo, io sono maschio"
"Sbagli, eri maschio, ora ti faccio diventare una femmina"
Mi afferra il pene e i testicoli. Non l'aveva mai fatto. Anche mia moglie si è allarmata, la vedo che ha preso una mazza sta alle sue spalle e lui non la vede.
"Ve bene, ma non così."
"Ti piacerebbe diventare mia moglie. La mogliettina frocia che mi scopo tutte le mattine e quando poi torno a casa?" "Dai, vieni a vivere con me, ma questo lo leviamo. Mi mangio tutto"
Si riferisce al mio piccolo pene e testicoli che continua a tenere in mano.
"Se vuoi assaggiare, lo puoi fare; sono pulito"
Mia moglie fa di no con la testa.
Lui si china e inizia dandomi un piccolo bacio, come se lo dovesse alla guancia di un bimbo, sulla mia cappella piccolina. Io lo carezzo sulla testa.
"Dai, non temere, è pulito"
Lo risucchia nella bocca. Mia moglie mi sollecita l'ano e mi eccito.
Lentamente divento duro e a Gianni piace. Mi sento un po' mancare, mi capita spesso quando sborro.
Gianni è felice di aver bevuto il mio sperma.
"Puttanella, ora ti sistemo io".
Ma non gli si drizza più.
Mi ha sdraiato sul letto, come se mi dovesse penetrare, ma sento solo il peso del suo corpo sul mio.
Con sotto il materasso, mi piace averlo addosso. Mi piace sentire il suo peso. Mi piace che mi voglia.
"Zoccola dammi qualcosa per aprirgli il culo!" Si rivolge a mia moglie che gli porge un dildo.
"Più grossa troia" urla
Mia moglie gli passa il gigante nano. Lo chiamiamo così: è un dildo a forma di proboscide, nere, grosso.
Me lo spinge dentro.
"Ti prego fa piano mi stai devastando" Non fingo tanto, il gigante nano è veramente grosso e mi fa male.
"Devi diventare femmina!"
"Fammi alzare, lo sarò per te"
Lascia la presa, mi levo il gigante e finisco di spogliarmi. Portavo ancora camicia, cravatta, maglietta. Per riceverlo mi ero levato tutto il resto. Mi sciolgo piano la cravatta. Con precisione, lentamente. Carezzandola lungo la sua lunghezza con un gesto allusivo. La faccio passare nella mano tirandola con l'altra e la raccolgo piegandola. Mi avvicino al mobile vicino al muro e la poggio, delicatamente e con attenzione. Sto in piedi, la gamba sinistra piegata leggermente sul destra, il viso reclinato. Mi sbottono lentamente la camicia. Prima i polsini. Cammino per la stanza; sì sculetto. Sono completamente nudo, totalmente glabro. Il mio corpo è sempre stato androgino, ma da quando mi depilo completamente si fa difficoltà a capire la mia natura, quando sono girato. Mia moglie non è stata a guardare: ha pronte le mutandine. Me le porge. Le carezzo, lascio che scivolino sulla mia pelle.
Lui si sta eccitando nuovamente.
Stando seduto mi sono infilato le mutandine di pizzo, ora mia moglie mi passa le autoreggenti. La prima gamba. La carezzo, poi sistemo la punta del piede dentro e la tiro suo. La seconda gamba. Idem. Mi alzo per sistemarla. Faccio qualche passo, mi fermo davanti allo specchio. Mi sistemo un punto invisibile della gamba. Prendo il reggiseno che mia moglie mi porge, con un sorriso. Compiaciuta della sua creazione.
Mi sistemo il reggiseno, me lo chiudo, braccia dietro, sguardo verso il basso.
Lui si alza.
"Sei una bellissima troietta, devi essere la mia compagna, mia moglie. Ti voglio con me, sempre."
Sono soddisfatto del suo ardore ritrovato, del suo desiderio per me. Sì, mi piace stimolare la sua passione.
In un attimo mi ha riversa sul letto ed è entrato in me. Sono felice della sua eccitazione: è mia. Tutto quello che ora lo sta governando, tutto quello che sta scombussolando il suo animo, ora nella nostra alcova. Se ora, che mi sta montando come un cane di strada, potesse firmare per diventare mio marito, lo farebbe. Se ora che è dentro mi, in procinto di godere, dovesse decidere per la sua vita, sceglierebbe sicuramente che io ne facessi parte.
Ecco, con il suo godimento scompare tutto.
Scompare la sua eccitazione, il suo desiderio di avermi nella sua casa come moglie, nella sua vita.
Io mi faccio il trucco, seduta davanti allo specchio della camera, lui esce, neanche mi guarda. Passa da mia moglie e le lascia altri 50 euro. "E' stupenda", riferito a me.
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