Simona

 


“Da quanto ci conosciamo?” Mi disse Simona, girandosi leggermente verso di me, immersa nelle lenzuola profumate del suo letto.

“Da almeno 15 anni”

“E perché solo ora?”

Non lo so. Lei, migliore amica, ottima collega, sì ci siamo conosciuti sul lavoro, almeno 15 anni fa. Non c’è stata subito amicizia, semplice cordialità. Poi le cose sono diventate sempre più intense. Si vedeva che eravamo amici, lo vedevano tutti e tutti avranno pensato che eravamo anche più che amici.

Ma forse per una strana questione di orgoglio, di puntiglio, noi eravamo solo amici e non siamo mai andati oltre. E così sono passati gli anni.

La guardo, una signora che ha un fisico stupendo. Non certo posso dire la stessa cosa di me.

“Simona, non lo so”.

“Se hai ripreso un po’ di forze, mi piacerebbe che tu …”

Non me lo lascio dire ulteriormente. Sposto le lenzuola, il suo corpo abbronzato risalta sulle lenzuola candide. Come adoro il profumo di pulito, come adoro il suo profumo.

Le mie labbra lambiscono i suoi capezzoli, delicatamente. Piano piano mi sposto da un capezzolo all’altro, continuando a lambirlo con le dita quando lo abbandono con le labbra. Disegno un percorso fra i due seni che la bocca.
Il suo odore mi inebria sempre più, sa di sole, mare, terra, di essenze profumate con cui si irrora. Mi sembra che sia troppo per me, non mi sento all’altezza di tanta bellezza. Scendo lungo il suo ventre. Lei ha agguantato un cuscino e lo stringe a sé. Chissà, forse sta immaginando un amante giovane, o dal fisico all’altezza del suo. Vorrei che lo faccia, non mi sono mai sentito bello, non mi sono mai sentito aitante, se lo facesse, se immaginasse un grande attore dal fisico scolpito, mi sentirei meno in colpa.

E mentre penso a questo ho raggiunto l’inizio del punto dove non si depila. Una peluria riccia, un altro profumo che mi dà il benvenuto.

Torno ad immaginare cosa possa pensare, e le mie mani sono rimaste sui suoi capezzoli. Allarga le gambe, e posso scendere ulteriormente. La mia bocca è sulle sue labbra, la mia lingua sul suo clitoride. E’ la donna più profumata che abbia mai assaggiato. Ormai non ha più segreti per me, ormai posso andare in posti di lei che nega a tutto il resto del mondo. Mi accoglie e mi desidera e io sento viva e impellente la necessità di farla godere come posso. La lingua è sufficiente? Sarà mio compito non smettere finché non sarà lei a dirmi basta. E’ bello avere una missione da eseguire. E’ bello avere il suo sapore da godere.

Sono fra le sue gambe e avverto ogni guizzo dei muscoli, ogni torsione, ogni vibrazione. Le sue gambe si agganciano alla mia schiena e la sento stringere. Ecco, il suo momento privato che condivide con me, la gloria del suo corpo che palesa a me che sono stritolato fra le sue gambe allenate. Mi spinge il suo pube contro il mio viso. Vuole che continui? Vuole che smetta? Inutile chiederlo, non lo sa lei, non lo potrò mai sapere io.

Riprendo a respirare quando esausta si lascia andare nel letto.

Scende per cercare il mio volto e coprirmi di baci. 

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