"Ma pensi che torneranno?"
"Certo, Ettore è un cliente fisso, Fili non lo so"
"Mi è piaciuto tanto"
"Sai, sono proprio contenta che ti sia piaciuto"
Prendo il te' con Luigia, ormai è una costante del pomeriggio, a meno che non abbia qualche appuntamento. Viene verso le tre del pomeriggio, facciamo un po' di ginnastica, poi lei si va a fare una doccia, anche io, torna e ci prendiamo un te'. Mi piace molto questa nostra piccola abitudine.
Luigia è stata sola per tanto tempo, si sposò giovane.
"Lulù, ti posso fare una domanda personale?"
"Marta, certo che puoi"
"Ma con tuo marito, com'era, sì, insomma come lo facevate?"
"Sai, sempre le solite cose. Lui sopra, grugniva un pochetto e poi cadeva tramortito".
"Figli?"
"Non vennero"
"Ma lui, dov'è?" ho sempre avuto paura di farle questa domanda.
"Partì anni fa. Non c'erano ancora i telefoni portatili, un suo amico mi disse che era andato in africa, e che fosse morto. Mi portò delle carte che lo attestavano, che c'era un'eredità, ma alla fine erano più debiti che altro. "
"Mi dispiace"
"Invece, io, ho un sacco di domande da farti"
"Sai che puoi chiedere quello che vuoi"
"Ecco, ci deve essere stato un momento in cui hai capito... sì, che non eri ed eri... uffa, non so spiegarmi"
"Vuoi dire: che ero più donna che uomo?"
Annuì
"Allora, quando ero giovane già avevo capito qualcosa. Mi spiego: mi piacevano le donne, ma quando vedevo un ragazzo giovane, come me, poco vestito, ad esempio mi capitò una volta di vedere un ragazzo a torso nudo. Mi si fermò il respiro. Non so come dirti, un'emozione incontrollabile. "
"Siiii, ho capito! Capitava anche a me con un compagno di scuola!"
"Ecco, ma non mi capitava con le donne. Mi piacevano, mi facevano eccitare e mi masturbavo. Sai, con le foto dei cataloghi"
"Ma dai!"
"Poi, un ragazzo mi prese. Non fu violenza, non fu del tutto consenziente. Mi prese. Mi fece male. Ci vedemmo altre volte, lo facemmo ancora. Mi piaceva. Sì, mi piaceva che mi scopasse, mi piaceva il suo cazzo, ma mi piaceva che mi chiamava al femminile, che mi diceva 'sei la mia zoccoletta' o cose più carine 'se la mia principessa'. Io mi sentivo come Biancaneve, sai quella di Disney, gonna gialla, corpetto blu"
"Che tenera"
"Non sapevo se ero gay, le donne mi piacevano, ebbi anche delle fidanzate. In diverse mi dissero che ero poco virile. Pensai che preferissero un maschio che le saltasse addosso. Ma, io pure preferivo un maschio che mi saltasse addosso"
"Quindi nessuna relazione seria?"
"No. Poi iniziai a fare lavoretti che mi portarono lontano da casa, libertà, e iniziai a frequentare prostitute. Quanti soldi buttai. Soprattutto trans. Anzi, una volta ero sicura che fosse una trans, invece era una donna, lei rimase un po' mortificata quando le chiesi di scoparmi, ma non poteva"
Ridiamo
"E poi, vivendo solo, ho iniziato a travestirmi. Iniziai ad andare con le prostitute al femminile, incontrai una trans che mi insegnò un sacco di cose. Alla fine, lavoravamo insieme. Sai, è un brutto mondo, ci sono un sacco di brutte persone, che sfruttano le altre. Lei pure mi sfruttava, però mi insegnò anche. Alla fine pagavo le sue lezioni. "
"La cosa più bella e la cosa più brutta che ricordi?"
"La cosa più bella: le prime volte che uscivo al femminile. Ero molto carina, almeno così mi diceva la mia amica. La reazione dei maschi nel vedermi, il potere di come li seducevo, dell'effetto che facevo. La cosa più brutta: i clienti brutti, ai quali non puoi dire no, perché alla fine servono i soldi, quelli che m deridevano"
"Senti, ma per te è difficile l'erezione, intendo tenerla, farla venire?"
"Ora un po', ma tanto ai maschi interessa fino ad un certo punto."
"Ma poi, ho sentito, ci sono un sacco di farmaci, li usi?"
"Qualche volta e con qualche cliente. Sai, ci sono quelli che lo vogliono prendere, allora occorre non deluderli"
"Senti, ..."
"Lulù, che mi vuoi dire"
"Che l'altro giorno, ti ho vista con Fili, e insomma... siamo amiche, non credo ci sia nulla di male se..."
Mi avvicino e la bacio.
Non un bacetto, ma una penetrazione lussuriosa con la lingua nella sua bocca.
Lei mi scosta, mi alza la gonna. Cerca il mio cazzo.
L'accompagno sul divano, le apro la vestaglietta da casa, roba che mi fa pensare a mia nonna. Lei mi lascia fare. Sono eccitata. Porta una sottoveste lucida, con inserti in pizzo. Io ho una vestaglia da casa. Mi metto un preservativo. Le sfilo le mutandine.
La lecco, in profondità. Adoro farlo. Forse è quello che avrei voluto fare da sempre, dalla prima volta che le vidi le natiche per farle le punture. Sento che sta strattonando i lembi della sua vestaglia, in preda a sussulti. Il suo corpo sta godendo.
Mi alzo e avvicino il mio pene, piccolino se paragonato a quello di Ettore, alla sua vagina. Lo avvicino piano. Lei quasi mi urla "DAI!".
Sono dentro di lei. Le sue gambe mi serrano. Ha una forza incredibile. Ha infilato le mani sotto il mio reggiseno e mi serrano le tette. Mi sento che me le afferra.
Siamo un corpo solo. Sento la sua presenza dentro di me, nel profondo. Sono dentro di lei.
Era da tanto che non lo facevo con una donna. La mia erezione è sempre stata molto scarsa, anche in questo caso non è certo soddisfacente. Ma sento che le piace.
Continuo a baciarla. La tengo stretta a me. Le carezzo le tette, a cui ho dato poca attenzione.
"Ma sono tue?"
"Cosa?"
"Sì, intendo il seno?"
Ho quasi una seconda, poi spingo con i pushup.
"Sì"
"Non immaginavo che ti potesse..." sospende la frase
"Intendi che mi potesse venire duro?"
"Sì"
"Ma, a te andava, vero?"
"Sì, sei stata dolcissima, era tanto che non godevo. Non ti manca, vero?"
"Il cazzo, dici dietro, di prenderlo? Hai paura di usare le parole?" le sorrido
"Sì, un po' sì, ho paura di conoscere solo quelle volgari"
"Di prenderlo al culo, sì, adoro il cazzo e adoro prenderlo al culo" Le dico io
"Anche io adoro il cazzo, e adoro prenderlo ... sai, al culo non ho mai provato"
"Non so se è meglio davanti o dietro... io posso solo da una parte" ridiamo
"Comunque, sei proprio una zozzetta, con la lingua mi hai mandato in orbita."
Completamente nude, stiamo sul divano. Sento che ha necessità del contatto con il mio corpo. Mi cerca, mi stringe. Anche io, ho necessità del suo, di avere un contatto, di essere unita ad un'altra persona. Non mi ero mai accorta di quanto fossi sola. Forse anche lei, lo era.
Rimaniamo avvinghiate. Alzo la testa, le do un bacio. "Ti va un bicchiere d'acqua, ho sete?"
Mi guarda come se destata da un sogno. "Marta, sì. Ma non andare via"
Non andare via. Dove potrei andare... in cucina? No, la sua paura è un'altra, non andare via in assoluto.
"Lulù, non mi perderai"
Ci alziamo e, per mano, andiamo in cucina. La vedo la prima volta completamente nuda, vicino a me. Il mio corpo glabro artificialmente, con un po' di tette, un pene piccolo, lei, meravigliosamente donna. E' un po' pelosetta in mezzo alle gambe, io sono perfettamente depilata.
"Lulù, sei bellissima".
"Marta, lo sei anche tu".
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