Marco
Ho messo a posto. Sarebbe dovuto venire un amico, ma poi non è passato.
Lulù oggi era fuori Roma, una visita a dei parenti.
Mi manca.
Non immaginavo che potesse capitare ancora. Mi manca la sua presenza, le sue chiacchiere, il suo sorriso, il calore di quando mi tiene stretta. Mi manca tantissimo.
Mi manca e, la sua assenza, mi sembra definitiva. Le vorrei telefonare, la vorrei sentire. Non immaginavo che potessi essere ancora così succube di una persone, della sua presenza.
Mi ha chiamato un amico, fra un po' viene. Sono contenta, magari mi distraggo un attimo.
Ma se poi dovesse venire Lulù?
Le mando un messaggio. Non mi piace essere leziosa, ma non so che dire. Le dico la verità "Mi manchi" Mi risponde con un cuore.
Che scambio di messaggi da adolescenti. Io sto rivivendo le stesse emozioni.
Mi preparo con una doccetta anale. E' sempre piacevole farla. Una peretta... sentire il liquido che entra e quando esce si porta via la sporcizia.
Devo ricordarmi di farla provare a Lulù, sicuramente le piacerà. Anzi, gliene compro una.
Volevo pure portarla a comprare un po' di lingerie. Basta con reggiseni bianchi e mutandine di cotone! Non siamo più ragazzine, abbiamo bisogno di essere sexy, di coprire, alludendo, stimolando la fantasia. Ho trovato un negozio con intimo retrò veramente accattivante. Voglio vedere il mondo insieme a lei.
Mi manca tantissimo.
Marco è arrivato. Ha pagato, quando è arrivato mi stavo aprendo la vestaglia di pizzo per lui. Lui mi ha gelato, chiedendomi se gli facevo un caffè. Mi richiudo la vestaglia, un po' dispiaciuta. Adoro essere elegante e seducente, credo che la maggior parte dei miei clienti lo apprezzino.
"Vieni" Prima di iniziare a fare il caffè, mi verso un bicchiere d'acqua, glielo verso anche a lui. Lo beve.
Si mette a piangere. Seduto al tavolo dell'angolo cottura, chino su se stesso, piange.
Mi avvicino, gli carezzo la testa, gli bacio le lacrime.
"Marco, non fare così, cos'è successo?"
"Mia moglie, ha chiesto il divorzio".
Mi crolla il mondo. Sono sensibile al suo dolore, al suo sconforto, il suo dramma diventa il mio. Come in un sogno triste, mi vengono in mente i miei momenti di separazione, di lutto.
"Tesoro, ho conosciuto molti uomini che si sono separati. Sono cose che capitano, è una fase tremenda. Ma passa. Devi avere tanta forza."
Praticamente va a mignotte da almeno 15 anni, chissà come tratta la moglie e ora piange perché lei ha deciso di lasciarlo. Vabbe', è sempre un cliente.
"Allora, ora, devi fare mente locale a come vorrai rifarti una vita. Perché tu dovrai rifarti una vita, trovare altre sistemazioni, inventare altre situazioni."
"Ma io non voglio" e piange.
Certo che non vuole, gli faceva comodo tornare a casa dalla mogliettina, andare a scopare il mercoledì, a calcetto il giovedì, magari portarla con i figli a mangiare fuori il sabato o la domenica. Ora piange. Ma, forse, anche se non avesse fatto i suoi comodi, lei, avrebbe lo stesso chiesto il divorzio. I casi sono tanti.
"Che farò ora?"
"Allora, io non so molto di come possono andare le cose al livello legale. Se litigate, darete da mangiare ad avvocati, a non finire. Se trovate subito un accordo, forse no, ma lo stesso serve un giudice e scartoffie su scartoffie."
"Lei è avvocato, quindi sa muoversi"
"Tu hai un avvocato?"
"No"
"Magari parlaci, con lei, guarda quello che vuole. Ora pensa ai soldi, alle cose. Avete figli?"
"Sì, sono grandi"
"I figli sono un altro terreno di scontro"
Già, i figli sono un terreno di scontro. Per questa gente, borghesotta, un po' bottegai, alla fine, i figlii, non sono più persone. Sono così abituati a vederli come roba loro che, alla fine, li trattano come oggetti. Si fanno mille alibi, per sé e per gli altri. Portano le loro foto di quando erano piccoli, si vantano dei loro risultati scolastici. E' solo per far sapere agli altri che loro gli vogliono bene.
Che palle. Preferivo che mi scopi e poi vada via.
Intanto il caffè sta uscendo.
"Perché 20 anni fa non ho incontrato una donna come te?"
"Sai, le nostre vite sarebbero state diverse, ora. Ma, 20 anni fa, non ero donna".
Sempre più palloso, ora chissà che gli viene in mente. Non sarebbe il primo che cerca di infilarsi in casa mia. Che palle questi maschi, perenni immaturi che vanno in giro a cercare qualcuno che gli risolva i problemi, che li faccia sborrare e magari che gli allunghi anche un pezzo da 50 per andare a divertirsi con gli amici. Ma davvero? Chi si credono di essere!
Forse lo sto giudicato male, non so nulla di lui.
"Allora: non contano i se e i ma. Ora ci saranno un sacco di cose da fare. La cosa importante è che tu non cada sotto la rabbia, le ripicche, i giochini stupidi del questo-è-mio questo-è-tuo. I ragazzi, non spupazzateli. Ma poi, io, che ne so?"
"Cosa eri, se non donna?"
Forse ho trovato un argomento per farlo distrarre.
"Ero un maschietto un po' frocetto in cerca di maschi. Che adorava il cazzo e ne voleva tanti"
Si sta eccitando, lo vedo dai calzoni che si gonfiano.
Continuo: "e tu, 20 anni fa, forse non mi avresti neanche guardato"
"Adoro le maschiette, in cerca di cazzi".
"E cosa mi daresti" Gli faccio scivolare la mano fra le gambe.
"Qualcosa di buono da darti lo possiamo trovare"
Mi inchino davanti a lui, che sta seduto, gli apro i pantaloni. Lui si alza e lascia che scivolino via.
"Siiii, quella stronza non lo fa mai" gli sto baciando il pene, lo scroto. La stronza, facile da immaginare, è la moglie. Ora si sta prendendo una falsa rivincita. La stronza, se gli va bene, lo lascerà con i soldi sufficienti per un appartamento in affitto, in periferia e gli leverà tutto.
"Cos'altro non fa, lo sai che io posso".
"Continua così. Non ti fermare."
Mi alzo, mi levo la vestaglia, rimango con un neglige aperto.
"Ti piace quello che indosso?"
"Sei bellissima, lei non lo è più per me"
E' seduto, il suo pene è dritto, duro.
"Voglio sedermi, posso?"
Lui si allunga un po' sulla sedia. Io mi alzo il neglige e mi avvicino con i mio ano al suo glande. Lo sento, caldo, che scivola dentro di me. Sento che ansima.
"Questo, la stronza, lo fa?" Faccio la stronza ma mi fa piacere sapere che io faccio cose che lei non fa.
Vivo il mio ritmo di penetrazione. Lo faccio entrare ed uscire. Sento i suoi movimenti, alle volte vibra. Ma anche le mie gambe tremano. Sento che sborra. Mi lascio andare, rimango seduta su di lui. Ma è completamente morto, completamente assente. Il pene si è ritirato, il profilattico mi è rimasto metà dentro metà fuori. Mi alzo, me lo levo.
"Quanti piccoli Marco ci saranno qui dentro?" Cerco di scherzare, mostrandogli il preservativo pieno di seme.
"Sei stupenda Marta, mi hai fatto veramente rilassare."
"Dai, lo vuoi questo caffè? Lo rifaccio che si è freddato"
"Sì, grazie, vado un attimo in bagno, posso?"
"Certo, sai la strada"
Lascia la porta aperta. Sento che urina, che la fa fuori. Che schifo i maschi, non sanno governare il loro uccello, pensano di poter gestire il mondo.
"Scusa Marta, ho sporcato, se mi dai..."
"Tesoro, lascia stare, pulisco io"
"Vuoi fare la camerierina per me?"
"Magari, potrebbe essere il giochino della prossima volta"
"Eh, non lo so se potrò venire. Sai, mia moglie userà ogni mezzo. Ha trovato anche una cosa che ti avevo preso.." non finisce il discorso.
"Non ho capito, che cosa?" Mi ha comprato un regalo?
"Mesi fa, mi ero preso delle tue mutandine. Ecco, non ti arrabbiare, te le avrei pagate, ma poi mi sono vergognato a dirtelo". Odio quando mi scompaiono le cose! Ma devo fare buon viso.
"Quando sei scemetto" Faccio l'accondiscendente, ma mi fa veramente storcere questa cosa. Ogni tanto mi scompare qualcosa, penso che mi rubino dallo stendino. "Però, cos'ha detto, non mi dire che è per quello che vuole il divorzio?"
"No, ha ricevuto una soffiata dall'ufficio, che me la faccio con una collega".
"Ed è vero"
"Certo che è vero. E neanche una sola" Che porco, e viene qui a farmi perdere tempo a piangere.
"Sei un vero toro scatenato". Mi avvicino e gli carezzo il collo. "Con quante ho dovuto condividere questo bel cazzo?"
"Eh, non poche. Ma tu, mi ecciti molto più di loro"
"Dai, che caro che sei" Mi avvicino, lo abbraccio, gli do un bacio sul collo. "Senti, ma che ci facevi con le mie mutandine?"
"Le tenevo in mano, le carezzavo"
"E... solo questo?"
"Sai, quando ero solo in casa le mettevo"
"Ma dai, un toro che gli piace anche essere mucchetta?"
"Ma che dici, mi eccitavo, mi ci facevo le seghe" alla parola seghe, gli metto la mano in mezzo le gambe e lui si sente quasi strozzato.
"Ma se me lo dici... posso farti diventare una femminella molto carina"
"No, non voglio, poi, non sono bella"
"Lascia che lo decida qualche maschio, non credi?"
"Marta mi sta tornando duro, smettiamola, magari hai da fare"
"Sei una mucchetta vogliosa... anzi, una porcellina."
Il suo cazzo è decisamente duro, effettivamente è uno spreco che solo una donna ne possa disporre. Un cazzo così dovrebbe essere a disposizione del mondo.
"Senti Marco, facciamo così, se vuoi restare tu e il tuo amichetto bello sveglio, prendo un altro preservativo. Se no, torna... che ti faccio diventare veramente una porcellina vogliosa"
"Prendi un altro preservativo"
Alla fine è andato via. Mi ha scopato una seconda volta. Ha condotto lui. E' stato irruente.
Che dire, mi è piaciuto.
Accidenti, ma non glielo posso dire, che poi non paga. Mi ha piegata sul tavolo si è spinto dentro di me, mi ha fatto godere. Ero compressa dal suo corpo, completamente dominata. E lui godeva dentro di me. Cose che non si riescono a spiegare, alla fine non è neanche la sensazione fisica, ma il contesto. Lui che mi possiede, sì, sono io che lo tengo dentro di me, ma è lui a governarmi e usarmi. Quando c'è questa sensazione ogni altro piacere è secondario.
Mi dispiace per quello che sta passando, che potrebbe diventare un vero dramma. Ma io non sono la sua amante, la collega, che lo deve vedere tutti i giorni. Io sono solo una puttana da pomeriggio, quando non c'è altro da fare, altra da scopare. Forse gli piaccio, forse lo intrigo, come faccio con altri, questo essere Maschio-Femmina, essere diventata donna, scegliere di riceverlo, sì, perché per i maschi il gioco è sempre fra chi lo dà e chi lo prende, il cazzo, ovviamente; io ho scelto di prenderlo e questa cosa lo eccita. Vediamo se tornerà.
Alla porta suona qualcuno. Apro. Sento il suo profumo, vedo i suoi capelli ondulare, sento il calore dell'abbraccio. Il bacio voglioso. E' Lulù. E' tornata. Sono felice.
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