"Mi disse: hai una bella carnagione candida. Lo vedevo spavaldo, ma era per nascondere la timidezza. Quando facevamo la doccia mi ero sentivo osservato.
"non mi dava fastidio. Sì, mi piaceva vedere la sua erezione. Mi piaceva vedere che si eccitava per me. "Ma subito l'alibi: 'Mica non sono frocio!' certo che non lo era, neanche io lo ero.
"Iniziai a carezzargli il pene, rigido, pulito, profumato."
"Beh, sta diventando diventa proprio una storia porno!" mi dice Lulù.
"del genere porno gay". Ridiamo, mi piace quando ride. Diventa più bella.
"E poi quello che mi ha meravigliato, di me, è di come conoscessi già certi movimenti. Mi girai e lasciai che accedesse alla mia dolce figa anale"
"Fu la prima volta?"
"No, ma glielo feci credere"
"In che senso ti meravigliavi, lo avevi già fatto"
"Sì, l'avevo preso e all'epoca mi ero pure infilata altro. Ma lì, in palestra, da soli. Mi eccitava tanto e facemmo anche altri ... numeri"
"Fu bello quindi?"
"Si, per il tempo necessario a farlo sborrare, poi scappò letteralmente via; neanche mi salutò"
"Che brutto! I maschi". lo dice con fare desolato.
"Ma poi, mi cercava. Mi scrisse un biglietto con frasi del tipo 'non ho fatto che pensare a te', che io traducevo con: non ho fatto altro che segarmi pensando a quando ti scopavo."
Ridiamo.
"Sì, i maschi sono così, dopo la scopata..."
"Ma come parli! Stai diventando una vera ragazzaccia: scopata" Ridiamo
"Dopo aver fatto l'ammmmore..."
"Già, dopo la sborrata per loro è solo una fuga"
"Pensavo solo con noi donne." Si morde il labro.
"No no, sempre."
"Scusa, non è carino"
"in fin dei conti non sono una donna" Un po' mi dispiace, un po' ne soffro. Ma è la realtà. "Sai, un po' penso che sia anche colpa di noi, donne e come me"
"Donne, sei donna come poche altre che ho conosciuto"
"Ora mi vuoi far sciogliere" Rido, ma per mascherare l'emozione.
"Dicevi, in che senso colpa di noi donne?"
"Che li lasciamo fare, che non diciamo a loro che cosa ci piace e che potrebbe piacere di più anche a loro"
"Ma, in un certo senso, ho sempre voluto che finisse presto"
"Vero, anche io... ma a lui insegnai che si poteva fare altro. Ci vedemmo a casa sua. I genitori erano partiti. Si distese sul suo letto, completamente nudo. Io mi spogliai lentamente, poi iniziai a carezzargli il corpo. Lui voleva scoparmi ma io lo massaggiavo, mi sdraiavo vicino a lui e facevo in modo che a carezzarlo fosse il mio corpo"
"molto prono! E lui capiì?
"No, mi spinse contro il letto e mi scopò. Era una furia. ... mi piacque tanto. Un'altra volta mi misi il reggiseno della sorella. Si eccitò come un toro! Più delle atre volte."
"Anche allora, fu una furia?"
"Sì"
"quindi ti piace il maschio rude"
"Mi piace che mi prenda con decisione... che stai facendo?"
"Sai, anche a me, piace prendere con decisione" Stava indossando lo strapon senza levarsi la gonna"
"Devo avere paura? Che vuoi farmi?"
"Ti voglio far godere come una troia" ha uno sguardo che dal furbetto ironico, passa al satanico. Mi spinge sul divano, mi alza la vestaglia, sento che mi leva le mutandine.
"Un po' di lubrificante"
"Implorami"
"Ti prego, mettimi un po' di lubrificante."
Mi spinge l'unguento con due dita dentro.
Sono distesa sul divano, lei è dentro di me. La sento muoversi. Sono completamente in balia delle sue voglie. Mi sembra di perdere i sensi.
"Sei stata stupenda". Dopo un po' mi sono ripresa. Lei sta preparando qualcosa, forse un caffè.
"Mi piace farti sentire bene."
"Ma a te piace ..."
"Dici essere violenta?"
"Sì,"
"Mi dispiace solo che non ho il cazzo, perché mi sono bagnata tantissimo"
Mi piace. Sì, mi piace che mi possieda, che faccia di me quello che vuole. Mi piace, ma quando l'ho consentito ad un maschio, quando mi sono lasciata andare, poi ci ho rimesso sempre qualcosa. Soldi, oggetti, cose che mi hanno portato via. Tradimenti a promesse non richieste.
"Luigia, quando mi sono lasciata andare, quando sono diventata la schiava, la serva, di qualche maschio, mi è sempre andata male."
"Tesoro, ma io non sono un maschio, sono la tua Lulù." Mi abbraccia, mi prende la testa fra le mani costringendola a guardarla negli occhi. Mi bacia. In modo dolce, delicato.
"Ma ho paura. Sì, mi piace tanto. Mi piace di fare la serva, umile e sottomessa, ... ma, sì, con te sarà diverso"
"Non so cosa provi. Forse la sottomissione la vivi come un momento di libertà, di felicità, di negazione, o meglio: una conferma della negazione del mondo maschile che hai abbandonato. Ma poi, zitto zitto, il maschietto che è in te... " assume una vocettina " ... cerca di tornare fuori e dice 'nooo queste cose non le posso sopportare' E magari non te ne rendi conto, ma è proprio in quel momento che si deve insistere, per far piangere quel maschiettino e reprimerlo".
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