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una piccola conferma

 "Dai Marta, è tanto che non andiamo a fare shopping" "Lulù, oggi pomeriggio?" E' molto che non usciamo insieme. Lulù viene spesso a casa, spesso resta. Veramente vorrei che restasse più spesso; sempre. Ma ci sono troppi movimenti a casa mia. Ma sono clienti, che dovrei fare, forse dovrei smettere, ma ... poi? Non partecipa più. Si è divertita un po', ora ha altre cose da fare.  "Ti devo chiedere una cosa Luigia, sarò molto diretta" "Mi piaci quando lo sei" "Secondo te, dovrei smettere?" "Intendi, di fare incontri?" "Sì". "Ho sempre pensato che tu lo faccia per lavoro. Sai, prima di conoscerti, avevo già immaginato. Qui nel palazzo tutti lo sanno, ma si fanno gli affari loro. Ora ho la certezza che non fai del male a nessuno, che non ci sono altri giri e che, come tutti, devi pagare le bollette. Ma perché me lo chiedi?" "Perché ho sempre paura del giudizio degli altri, sul quale ci posso passar...
"Marta, io non so che fare con lei. Mi manca, pensavo di piacerle, che le piacesse, invece..." "Capita a tutti, ma io che posso fare?" Ettore è venuto, vuole chiarire le cose. Ovvero, vorrebbe che Fili ricominciasse ad accettare di vederlo e farsi scopare gratis.  "Ma tu, da Fili, cosa vuoi veramente?" Ride. "Dai, ti piace scoparla?"  "Beh, sì, certo. Ma non solo. L'ho portata fuori a cena, è da tanto che non porto nessuna a cena" "Ma tu sei sposato" "Ci stiamo separando" "Ma tu le hai mai chiesto cosa provava per te?" "No, ma pensavo che..." "Pensavi cosa? Che fosse innamorata di te e, forse, te l'ha mai detto? Oppure non ti interessava quello che provava, non glielo hai mai chiesto, lei, stupidamente, non te l'ha detto, e sareste andati avanti così per anni?" "Ma a te, cosa frega? Io sono venuto a chiederti se mi puoi combinare un incontro. Sì, mi piace scoparmela. Mi ...
 "Ettore, non puoi piombare a casa mia quando ti pare" "Ma lei è qui, vero?" "Ettore, vai via, ti calmi prendi un'appuntamento e vieni" "Lei, voglio anche lei all'appuntamento" "Se lo vorrà ci sarà, ma ti costerà di più" "Quindi ora fa la puttana, le hai insegnato proprio bene" "Senti, ora te ne vai, ti schiarisci un po' la mente e poi ne parliamo con calma" "Siete tutte puttane voi donne, anche se siete poi solo dei froci di merda, mi fate schifo"  Sta urlando.  Ettore non ci ha impiegato troppo tempo per capire cosa stesse capitando, che Fili, di fatto, non lo amava.  Ora è su tutte le furie.  Prendo un mattarello. Ovviamente, non l'ho mai usato per fare la pasta, magari sapessi stenderla. Ma per stendere o minacciare persone come Ettore è sufficiente.  "Vattene Ettore" gli mostro il cellulare. "Sto per chiamare la polizia, loro arrivano in 10 minuti" "Stronza! Put...
Mi ha chiamata, ci siamo sentite per un po'. Ci stavamo un po' dilungando, le ho detto che se voleva venire era meglio. Adesso mi sta arrivando il senso di colpa.  "Fili, se vuoi venire, non ho appuntamenti" E' arrivata. Non è al femminile, ma non proprio al maschile. Camicia ampia, bracciale, pantaloni stretti, collana. "Stai molto bene così, brava" "Marta, scusami, mi sono comportata male, non so che cosa mi sta succedendo" Per cosa si è comportata male? Forse, lei dice di essersi comportata male perché ha capito il mio rancore. "Fili, ma che dici cara, dai" l'abbraccio Insomma, da diversi giorni esce con Ettore. La porta in albergo e fa sesso con lui. A lui piace tantissimo, ma alla fine non le dà nulla. Fili non sa come uscirne. "Semplice, digli che non lo intendi più vedere" "Ma poi ci resta male!" "Se ne farà una ragione. A te piace?" "NO!" urla "Allora, non c'è motivo per cui...
 "Ma brave, siete uscite a fare spese! Come l'ha presa Fili?" "E' finito tutto un po' a schifo, ma le piaceva. Le piaceva tanto" "Dai raccontami" E' Lulù, è un po' che non viene a trovarmi. E' stata in visita a parenti lontani. Le raccontai dell'uscita, dell'incontro con Lucia. "Beh, hai fatto bene. In ogni caso, Lucia, se proprio non è una scema, aveva già immaginato tutto.  Anzi, sicuramente immaginava che anche Fili si prostituisse. E ora? Fili l'hai più vista?" "No, ma tanto Fili tornerà." "Certo, chi gli permette di diventare una bella ragazza?" Poi, continuando "Vedi, per Fili Lucia rappresentava la normalità femminile. L'incontro occasionale, di una ragazza che la conosce come ragazza. Credo che per lei, per Fili, è stato un momento importante e, immaginando il tipo, se ne sarebbe subito innamorata." "Certo, mi sono comportata come una stronza". "Senti Mar...
 La ragazza guardò Fili e le disse "Ma, quindi, tu come maschio" sospese il discorso, guardando il pube di Fili, "proprio niente?" Vidi chiaramente che si risvegliò qualcosa in Fili. "Non sempre sai, magari Marta ti potrebbe dire qualcosa" e fece un risolino che mi dette molto fastidio. Mi sento infastidita. Per quale motivo dovrei difendere la virilità di Fili? Uno stronzetto che si faceva calzare da un pervertito? Se non fosse per me, sarebbe finito nei bagni pubblici a fare i pompini a chi andava a pisciare. Mi dà fastidio accidenti.  Ma reggo il gioco. "Fili è una vera torella, ti posso garantire, è una bella ragazza, speciale, che non fa sentire la mancanza di nulla" Ridiamo un po'.  Abbiamo incontrato Lucia al mercato. Stava scegliendo dei vestiti ai banchi dell'abbigliamento usato e si era incrociata su uno con Fili. Poi l'abbiamo ritrovata al bar, lì nei pressi, quando ci siamo fermate per un caffè. E abbiamo iniziato a chiacc...
 "Oggi facciamo una cosa diversa" "Tutto quello che vuoi Marta, sei la mia maestra" Oggi è carina, come gli altri giorni, ma la vedo sempre più sicura di sé. La sua femminilità mi fa quasi rabbia. Mi fa rabbia che ora è una graziosa ragazza, floreale, con quell'abito a fiori, la fascetta nei capelli, le calze chiare e le scarpette bianche. Il mio contributo alla sua femminilità è sempre più marginale. Forse le mutandine gliele regalai io.  Mi fa rabbia che ora ha una femminilità che invidio, che mi piace, che vorrei avere e toccare, ma poco fa, prima che si vestisse, mi inculava come un maschio avido di piacere, totalmente centrato sul suo di piacere e, in quel momento, potevo essere chiunque, un sacco bucato, un cane, una scrofa e per lui sarebbe stato lo stesso.  "Bene, allora usciamo" Cade sulla sedia. "Fuori?" "Certo" "DOVE?!" "Ma non so, andiamo in un centro commerciale, magari facciamo due passi per il centro...