Post

Visualizzazione dei post da aprile, 2025
 "Ma pensi che torneranno?" "Certo, Ettore è un cliente fisso, Fili non lo so" "Mi è piaciuto tanto" "Sai, sono proprio contenta che ti sia piaciuto" Prendo il te' con Luigia, ormai è una costante del pomeriggio, a meno che non abbia qualche appuntamento. Viene verso le tre del pomeriggio, facciamo un po' di ginnastica, poi lei si va a fare una doccia, anche io, torna e ci prendiamo un te'. Mi piace molto questa nostra piccola abitudine.  Luigia è stata sola per tanto tempo, si sposò giovane. "Lulù, ti posso fare una domanda personale?" "Marta, certo che puoi" "Ma con tuo marito, com'era, sì, insomma come lo facevate?" "Sai, sempre le solite cose. Lui sopra, grugniva un pochetto e poi cadeva tramortito". "Figli?" "Non vennero" "Ma lui, dov'è?" ho sempre avuto paura di farle questa domanda.  "Partì anni fa. Non c'erano ancora i telefoni portatili, un...
 "Tesoro, è stato bellissimo!" Luigia è felicissima. Dopo che Ettore e Fili sono andati via, non abbiamo avuto molto tempo per parlare, mi ha aiutata a rimettere un po' a posto, poi è andata via. E' bello avere la sua collabrazione, non essere sempre sola a rimettere in ordine.  "Sei stata bravissima, le tue parole, come la toccavi. Doti innate?" "Non lo so, mi è venuto naturale. E poi il nome che mi hai dato: Lulù, un po' porca ma anche inafferrabile" "Mi fa piacere che ti piaccia. Mi è venuto un po' così, da Luigia." "Sei quindi la mia madrina" "Sono tua amica... fa attenzione, non dimenticare mai il preservativo" "Intendi, per la prossima volta?" "Certo, se lo vorrai" "Lo voglio, ho tantissime idee" "Che tipo?" Le sorrido con fare malizioso. "Abbigliamento, ma non solo. Per esempio, quando gli prendo il cazzo, ho visto che ci sono posti dove è meglio non toccare, ...

Lulù e Fili

 Siamo pronte. Luigia è venuta da me.  E' una donna di una certa età. Forse ha superato i 50 addirittura i 60, non lo so.  Si è vestita con un body, calze a rete, scarpe, una vestaglia ed una mascherina per gli occhi.  Io, corsetto, mutandine, calze... vestaglia trasparente.  Aspettiamo Ettore e Filippo.  Ho preparato Luigia. "Allora, tu non parlare, fa quello che ti dico io, non quello che ti diranno loro. A Ettore, l'uomo maturo, piace che io trasformi Filippo in donna. Magari mi aiuti. Ti va?" "Marta, sono emozionatissima. Davvero faremo questa cosa? Ma Filippo, è d'accordo?" "Sì tranquilla, è adulto e consenziente". Entrano, prima Ettore, gli presento Luigia, come Lulù. Separatamente Luigia mi dice che il nome che le ho dato le piace molto, e che Filippo le sembra un po' giovane. La tranquillizzo. Li ricevo subito. "Ciao cari, come state? Mi siete mancati tanto... ecco dai, accomodatevi". Mi seguono in soggiorno. "Ettore ...

Luigia, il suo desiderio

"Vedi Marta, tu sei riuscita nella tua vita a prendere il meglio da tutto" "Ma che dici, guardami, ti sembra una che ho il meglio di tutto?" "No, aspetta, non volevo dire l'aspetto materiale." "Dai, che mi vuoi dire" E' Luigia, abita nel palazzo, siamo diventate amiche con il tempo, con le necessità.  Ricordo la prima volta che venne. Una domenica pomeriggio, le serviva una puntura, mi chiese se le sapessi fare.  Ovvio che le sapevo fare. Nel mio pregresso di badante, ne ho fatte molte. Ma lei non lo sapeva.  La feci accomodare.  Le dissi che avevo fatto la badante, che quindi sapevo come si facessero. Ma le dissi anche che non ero una donna genetica, che incontravo machi per soldi. Cosa che, penso, sapesse. Che sapessero tutti nel palazzo. A lei non importava. Le serviva una puntura. Le punture furono molte. Mi offrì soldi, ma non li accettai, così cominciò con i regali. Un boccione d'olio. Frutta, verdura.  Ricordo bene quando si ap...

Buona Pasqua, Buona Morte (come sentivo urlare Carmelo Bene in un vecchio video)

 Pasqua. Buona Pasqua a tutti.  Una volta parlavo con un'amica, la domenica, le feste, sono quei momenti in cui noi, amanti segrete, viviamo da sole.  Lei era una prostituta già da anni, tornava a casa della madre e stava con lei. Ma pensavo alle amanti segrete, che non cercavano un affetto, che magari lo perdevano e rimanevano sole. L'affettività consumata in ore di albergo, in auto, con fugaci messaggi. Le domeniche: sole. Anche io sono sola. Gli affetti si sono consumati e dissolti. Le persone care, con il tempo, sono morte oppure si sono allontanate.  La solitudine del sapere che non c'è più nessuno a testimoniare i momenti della mia fanciullezza. Come mi manca mio padre che raccontava per l'ennesima volta di quando feci quella cosa, con mia madre che dissentiva o approvava, con il suo silenzio.  Con la morte delle persone, moriamo anche noi. Anziché essere noi a tenerle in vita, nel nostro ricordo, inizio ad apprezzare che quella parte di me stia svanendo....

Filippa

 "Uffa, ma io non voglio". "Ma lo devi fare, perché se no dico tutto alla mamma". Ettore, gli piace sempre venire con qualche amico. Questa volta, è giovane. Lo prendo in disparte "Ma quanti anni ha?" "Marta! ma davvero pensi che mi porti i ragazzini? Dai, ha 22 anni." "Ma lo paghi?, come l'hai incontrato?" "Su una chat, poi ci siamo visti in un locale. Fa tanto la verginella, ma ti garantisco che è esperto".  "Che vuoi che faccia? Non mi hai detto nulla" "Fallo diventare femmina, io voglio vedere che lo trasformi". Eccoli lì, seduto, magro, piccolino di statura. Effettivamente ho avuto paura che fosse troppo giovane. Però ci sta con l'età.  "Ciao, io sono Marta" "Ciao, io sono Filippo" Ettore è andato in bagno "Sei amico di Ettore?"  "Lui è il mio padrone" "Ah, ok. Lo sai, sei un bel ragazzo" "Grazie" "Marta, che vuoi irretire Fili?...

ho ricominciato

 Sono distesa. Il mio letto, lo conosco benissimo. La mia guancia è poggiata sulle lenzuola pulite, il cuscino è spostato. Mi lascio permeare dal profumo. E' bello, mi ricorda la lavanda. I capelli della parrucca sono adagiati su un fianco. Completamente nuda, inizio a pensare che forse, in quella posizione riversa, potrei sporcare le lenzuola con il muco del mio pene. Piccolo, moscio, ma la penetrazione prezzolata provoca inevitabili eccitazioni.  Sì, ho ricominciato a prostituirmi.  Lui è Aristide. Grande di età, insoddisfatto dalla vita.  Mi ricordo che devo mugolare, devo muovermi un po'. Forse gli piace, forse se fossi un pupazzo di plastica sarebbe la stessa cosa. Spero di no.  Mi muovo, stringo l'ano, lo sento duro dentro di me.  Mi piace sentirlo dentro di me, mi piace sentire la sua eccitazione, il suo piacere. Sì, continuo a stringere in modo ritmato.  Le sue mani mi ghermiscono il bacino, ora sento che mi afferra il pene e i testicoli. ...